A Roma la chiamano Nannarella. Ci sono centinaia di Nannarelle a Trastevere, a Testaccio, a Borgo, e in tutti i quartieri popolari. È un nome che si rincorre da finestra a finestra, dal balcone alla strada, nella voce della madre che chiama la bimba. Ma nella sala del cinema, dal buio corridoio di periferia, dallo schermo non più candido, Nannarella è il nome di una attrice. Così Anna Magnani, da molti anni, è viva negli occhi di un pubblico attento carpire allo schermo messaggi di fraternità e legami di affetto.
Per questo Anna Magnani è oggi, certamente, tra le nostri attrici di cinema, quella che più facilmente raggiunge quel limite in cui le aspirazioni di un attore coincidono con i desideri del pubblico. Perché Anna Magnani è riuscita a darci, da molti anni a questa parte, un ritratto calzante, se pure talvolta poco illuminato, della donna italiana che vediamo ogni giorno nelle strade, nei mercati, nella lotta per la vita, un ritratto della umile massaia, con i suoi difetti e le sue grandi qualità, con le sue aspirazioni eppure quasi mai realizzate. È ancora, quello che Anna Magnani ci ha dato, il ritratto di una donna forte, coraggiosa, popolarescamente intelligente e vivace.
Tanto è vero e vivo, questo personaggio che Anna Magnani ha contribuito a chiarire, che da esso è nato quasi uno «stile», una imitazione di atteggiamenti e di modi che non veniva suggerita certamente dalla diffusione del divismo, ma che anzi sembrava polemicamente contrapporsivi. Ma come è giunta Nannarella al suo personaggio? Come avviene per tutti colore che raggiungono e consolidano un non effimero successo, anche Anna Magnani ha trovato la sua strada tra difficoltà e ricerche continue, talvolta tra delusioni ed amarezze.
Anna Magnani ha cominciato a recitare come attrice di teatro. Era già allora una attrice dalle grandi possibilità, ma non aveva trovato la vera strada. Appariva in parti difficili, e talvolta intellettualistiche, da teatro sperimentale. Nè durante il fascismo, era possibile fare molti di più. Così anche il contatto con il cinema non fu allora eccessivamente felice e i registi che utilizzavano la giovane attrice non avevano bene compreso quale dovesse essere il suo ruolo.
Fu dopo la liberazione, che Anna Magnani cominciò a dar vita alla serie dei film della sua fortuna. Un contributo interessante alla creazione del personaggio Nannarella lo aveva dato in un suo incontro con il mondo della rivista. In alcune riviste che furono presentate con grande successo a Roma, la Magnani compariva cantando stornelli romani, interpretando piccoli sketch popolari, giocando però più su un linguaggio duro e pesante che su un vero approfondimento dei «tipi» romaneschi.
Fu allora che apparve in Roma città aperta. Una interpretazione di eccezione, Come d’eccezione era quel film di Rossellini. Anna Magnani era la donna romana attaccata alla proprio famiglia, fiera, coraggiosa nella lotta per il pane, per la vita, nella lotta contro l’invasore. Nasceva Nannarella: non era soltanto un personaggio ideale, ma già un tipo fisico ben definito e delineato: i vestiti semplici, i capelli neri un po’ scarmigliati, i lineamenti marcati, l’andatura pesante: lo stesso personaggio che, volto al comico, ricompariva in un film interessante realizzato da Zampa, quell’Onorevole Angelina che mostrava, sia ure rapidamente e sotto una luce poco chiara, il mondo delle borgate romane, il mondo triste dei sinistrati, che la lunga miseria rende scettici ed ingegnosi.
Questa è la Anna Magnani che il pubblico conosce: la Nannarella di questi film e di altri ancora. Il pubblico ha creato una sua immagine, e non importa sapere se essa coincida o meno con la vita dell’attrice. Nannarella è un personaggio che si arricchisce ad ogni nuova opera di ingegno. Così avverrà certamente quando appariranno i film che la Magnani ha appena finito di interpretare. Sono due film diversissimi nella impostazione e nella realizzazione, ma ambedue estremamente interessanti, per la carriera dell’attrice. Il primo Bellissima, il film di Luchino Visconti, di cui si è molto parlato. Ancora una volta è qui di scena una donna romana, una popolana: la vediamo in uno dei suoi momenti più veri, in quello dell’amore materno. Questo amore è tale che oscura anche gli occhi e la mente. La donna, infatti, sogna per la figlia un avvenire da stella del cinema, quell’avvenire che l’invasione dei film e della roboante pubblicità le hanno mostrato come denso di lusinghe. Ma alla fine del film la donna si renderà conto che la realtà è diversa dai sogni, e che occorre lottare con forza e con coscienza senza false ambizioni.
Interessante è anche il secondo film: Camicie rosse. In questo film Anna Magnani interpreta il personaggio di Anita Garibaldi. Non è difficile inserire questo personaggio storico nella galleria di ritratti di popolane che ci ha finora presentato questa attrice. Perché Anita Garibaldi è una eroina popolare, un personaggio ancora vivo nel cuore del popolo. Così come vicina al cuore del popolo è questa sua grande attrice.
TOMMASO CHIARETTI
(L’Unità, Roma, 15 Novembre 1951)