S. M. Rossellini imperatore di Stromboli

Pochi giorni prima che partisse per Stromboli, Roberto Rossellini ebbe una discussione un po’ vivace con alcuni suoi collaboratori americani i quali volevano mettergli alle calcagna un loro protetto per non so quale servizio. Rossellini opponeva rifiuti e creava difficoltà, gli americani tenevano duro; ad un certo momento, quando pareva che stesse per cedere, il regista si ricordò di qualche cosa e annunciò ai suoi amici: « Bene, volete proprio che mi porti dietro il signor Smith? Lo porterò con me, ma lo farò morire di fame! ». Nessuno, infatti avrebbe dato da mangiare al signor Smith, una volta arrivato a Stromboli, perché l’isola sarebbe diventata il domicilio privato di Rossellini, uno dei despoti più simpatici e affascinanti che abbiano mai governato una nazione europea.

Rossellini è un amabile tiranno: sorride a tutti, conquista tutti e a tutti fa fare quel che vuole lui. Se il signor Smith avesse avuto la ventura di seguirlo a Stromboli, sarebbe certamente morto di fame (salvo che non si fosse cibato di radici e frutti di mare) ma nello stesso tempo sarebbe diventato uno dei migliori amici del regista e ne avrebbe giustificato il comportamento col fatto che, dopotutto, Rossellini non ce l’aveva con lui, ma con i suoi amici.

Prima di partire per Stromboli con Ingrid Bergman, Roberto Rossellini ha raccomandato ai collaboratori che dovevano seguirlo, le canne da pesca e gli attrezzi per il ping-pong. A che cosa dovevano servire le canne da pesca? Ecco, il regista aveva pensato che Stromboli era una piccola isola e noiosa per giunta: s’era quindi preoccupato di offrire un diversivo ai suoi collaboratori, permettendo loro, nei momenti di riposo, di giocare a ping-pong o di pescare. Mezza Italia meridionale è stata mobilitata — o si è spontaneamente mobilitata — mettendosi agli ordini dell’Imperatore di Stromboli. Se vi capitasse di fare un viaggetto per motivi personali in Calabria o in Sicilia, trovereste migliaia di esponenti di quelle pacifiche ma sonnolenti popolazioni pronti a farsi in quattro per voi, solo se provaste a fare il nome di Rossellini. Andate a Vivo Valentia e chiedete a un manovale come si fa per andare a Stromboli, ed ecco centinaia di cittadini — capostazione e Sindaco compresi — pronti a darvi tutti i ragguagli e tutte le facilitazioni immaginabili. Quasi tutti i capostazione dei paesi della riviera calabrese conoscono Rossellini e la Bergman e si ritengono loro funzionari. Motopescherecci e velieri sono sempre pronti a partire solo che voi affermate di essere amici di Rossellini; i treni, quei treni arrivati sempre a destinazione con ore di ritardo, diverranno direttissimi e rapidi allorché il capotreno avrà sentito che andate a trovare l’Imperatore di Stromboli.

I pochi alberghi decenti di Messina hanno sempre  qualche buona stanza con bagno da mettere a disposizione di chi si reca a Stromboli; in uno di questi alberghi tre giovanotti amalfitani trascorrono giornate di beata contemplazione, in attesa che Rossellini decida di affidare a qualcuno di loro la parte del protagonista del film. S’era parlato di Girotti come partner della Bergman, ma pare che per contratto sia stato stabilito che nel film non agiranno altri attori professionisti all’infuori di Ingrid: ed ecco gli amici e i collaboratori di Rossellini sparpagliarsi per tutti i centri della Sicilia, vagare nei porti di Messina e di Reggio, per trovare il protagonista maschile del film.

Un Mas della Marina militare è ancorato nel porto di Messina e fa la spola fino a Stromboli; a un aeroplano biposto è invece affidato il servizio Messina-Roma per portare alle Case di stampa le « pizze » del film appena uscite dalla macchina da presa. Il direttore di mensa di un grande albergo romano si è trasferito nella piccola e oscura isola del Tirreno, per provvedere al mantenimento della « troupe » Rossellini. Autista, segretarie e segretari, amici e conoscenti, che fino a un mese fa alloggiavano all’Excelsior di Roma e vi prendevano i pasti a spese del regista, fanno adesso la stessa vita a Stromboli, perché Rossellini non si può privare di alcuno di loro e ha bisogno di tutti.

Roberto Rossellini è uno degli uomini più affascinanti che siano vissuti in Italia; uomini e donne sono pronti a far pazzie per lui, pronti a dare la vita se occorre. Nei giorni scorsi è stata diffusa da un’agenzia americana una notizia secondo la quale Rossellini e la Bergman avrebbero chiesto il divorzio dai propri coniugi, per unirsi in matrimonio. Forse niente di vero, ma se anche fosse, non ci sarebbe da sorprendersi di un amore improvviso tra i due. La verità è che il regista e l’attrice sono entusiasti uno dell’altra. Rossellini è un uomo affascinante, gran parlatore, artista sensibilissimo e pieno di ingegno. Ingrid Bergman è forse la più grande attrice del momento, bella, incantevole, una vera signora. I due hanno subito scoperto reciprocamente le qualità di ciascuno e ne sono incantati. Ma se qualcuno volesse scoprire sentimenti amorosi negli occhi di Ingrid si sbaglierebbe. Vissuta in un ambiente piuttosto freddo e poco sentimentale, arrivata a Hollywood quando alcuni grandi ingegni erano già scomparsi dalla scena o scomparivano con la sua apparizione (alludiamo a John Barrymore e a Lesley Howard, i due più grandi talenti che Hollywood abbia conosciuto), Ingrid Bergman si trova oggi per la prima volta a dover lavorare con un artista estroverso, con un talento sensazionale e non potrebbe non essere incantata. E Rossellini, poteva dal suo canto rimanere indifferente di fronte al fascino, alla grazia, alla bravura di una così eccellente attrice?

Giampiero Visconti
(Hollywood, Milano, 7 Maggio 1949 – testo archivio in penombra)

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