Rimoldi e le corride

È tornato a Roma per qualche giorno ed è già ripartito, uno dei figlioli prodighi del cinema italiano, Adriano Rimoldi, attualmente stella di primo piano nel firmamento spagnolo. Ottima occasione per avere informazioni dirette su un argomento attuale.
Rimoldi andò in Ispagna nel 1943 con una numerosa troupe italiana composta da Raffaello Matarazzo, Emilio Cigoli, Anita Farra, la gloria nazionale Francesca Bertini e l’operatore Ubaldo Arata. Terminato il lavoro, il gruppo si sciolse ma Rimoldi ebbe altre offerte e si trattenne. Così ha partecipato, in qualità di primo attore, a dieci film e, prima di tornare in Italia definitivamente ad agosto, ne girerà altri due. Quanto agli altri componenti della colonia cinematografica italiana sembra che lavorino tutti tranquillamente in attesa del ritorno in Patria. Paola Barbara ha interpretato otto film con vario successo. Suo marito Primo Zeglio, dopo aver diretto Febbre, ha sceneggiato quasi tutti i film di Rimoldi. Una certa attività cinematografica svolge anche l’operatore Enzo Serafin. Un proficuo lavoro commerciale  esercitano invece Nerio Bernardi e la sua compagna Hilde Petri, proprietari e gestori della ormai famosa Casa del Perro. il che, per i non poliglotta, significa Casa del Cane. Sembra infatti che durante la lavorazione del film Il matrimonio segreto i due si sentissero presi da una così violenta nostalgia della loro coppia di barboni di razza, lasciata in Italia, che si decisero a farli venire in aereo. La nidiata di cuccioli  che ne conseguì, ispirò loro il progetto di uno stabilimento di cura e pulizia per cani, organizzazione che incontrò gran successo presso la buona società madrilena.

Queste, più o meno, le notizie sui nostri connazionali. Quanto a Rimoldi, egli non può lamentarsi del trattamento ricevuto ed ha potuto svolgere il suo lavoro abbastanza tranquillamente a parte un certo episodio di corride. Sembra infatti che ai più popolari attori dello schermo spagnolo venga richiesto ogni tanto di partecipare a manifestazioni di beneficenza che consistono appunto in corride amichevoli dove, al posto dei tori, diciamo così, professionisti vengono adoperati dei piccoli torelli di proporzioni minime.
Rimoldi però afferma di aver passato esperienze più piacevoli e mi confessa di non essere riuscito, nel classico colpo finale, ad uccidere il suo avversario. L’importante, secondo me, è invece che a questo non sia riuscito il torello suddetto.

Comunque, case di perri e corride non sono tutto quello che ci interessa sapere oggi da un attore che torni dalla Spagna. Che cosa è e come è il cinema spagnolo? La produzione annua si aggira sui 25 film girati in gran parte a Madrid o a Barcellona. A parte questa differenza quantitativa i caratteri industriali, sociali e, se così si può dire, estetici di questa produzione sono fondamentalmente simili a quelli italiani d’anteguerra. Tranne forse la Emisora Films di Barcellona, non esistono complessi industriali veramente solidi e con programmi continuativi. Per il resto ci si appoggia molto alle provvidenze statali che consistono anche lì nella concessione ai film più meritevoli di premi per l’importazione di un certo numero di pellicole straniere. Questi premi vengono assegnati da una sottocommissione regolatrice composta dal Direttore della Cinematografia, dal presidente del Sindacato del cinema, da un prete e da un gruppo di privati qualsiasi.
I film sono quasi tutti a carattere comico-sentimentale, piuttosto brutti e sono pochissimo accetti al pubblico spagnolo. Film di propaganda se ne sono fatti in numero limitatissimo nel periodo immediatamente successivo alla guerra civile. Ora non più. Anche per Franco, evidentemente, come per Mussolini, la parola d’ordine è « meglio non parlarne ».
Fino al ’43 i film americani e degli stessi alleati in genere erano proibiti; in seguito cominciarono a venire ma furono boicottati gli attori notoriamente di tendenze filocomuniste come la Davis, Errol Flynn, Joan Crawford, Franchot Tone, ecc. I cui nomi venivano astutamente cancellati dalle didascalie iniziali e dai programmi.
I film, come ho detto, sono notevolmente brutti a caratterizzati, fra l’altro, da una censura severissima non solo dal punti di vista politico ma anche da quello morale. Ad esempio, sono rigorosamente vietate le scene di baci, inesistenti nei film nazionali e tagliate in quelli stranieri. Nella disgraziata eventualità di scene balneari le attrici devono provvedersi di costumi a mezza gamba e gli attori di costumi completi rinforzati da alcune stranissime pezzuole.
Questo dunque può darci una idea della situazione in cui si didatte il cinema spagnolo.

Sergio Sollima
(Cinelandia, Roma, 19 maggio 1946 – testo archivio in penombra)

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