SIAMO DONNE È UN FILM-CONFESSIONE
Quattro famose attrici narrano un episodio della loro vita
Sebbene il fenomeno del divismo sia ormai in fase di declino soprattutto in Italia, dove i film ispirati alla vita quotidiana ci hanno mostrato attrici e attori sotto una luce vera e più umana, ancora il pubblico è abituato a considerare i cinematografari come esseri alquanto strani; diversi comunque dal comune anche nella loro vita privata, che molte volte si crede debba risentire l’influsso di quella fittizia dei personaggi da essi interpretati.
Certo è lontano il giorno in cui l’arrivo in Europa di una star costituiva un avvenimento eccezionale e di risonanza internazionale; né più si registrano assurdi suicidi per un’insana passione per questo o per quel divo. I lati moralmente positivi o commercialmente negativi di questo mutamento non sta a noi di esaminarli in questa sede; abbiamo solo voluto accennare al dato di fatto, quale sintomo di una nuova e diversa sensibilità del pubblico.
Ma da queste considerazioni ad una confessione vera e propria che riguarda la vita intima delle nostre maggiori attrici, ci passa una differenza piuttosto notevole. La idea venne qualche anno fa a Cesare Zavattini ed in un primo momento riguardava solo la Miranda. Come è noto, Isa Miranda e Zavattini sono vicini di casa; tale vicinanza li ha portati ad unirli in una cordiale, confidente amicizia. Doveva nascere un film: la vita interessante dell’attrice doveva costituirne l’argomento. Ma i molteplici impegni da una parte e dall’altra ne impedirono la realizzazione. Così, l’idea originaria fu modificata ed invece di una protagonista il film ne ebbe quattro. Per la prima volta nella storia del cinema, delle attrici famose si confessano davanti alla macchina da presa, raccontando un fatto vero della propria vita di donne. Il titolo del film è Siamo donne; le donne: Ingrid Bergman, Anna Magnani, Isa Miranda, Alida Valli; i registi che hanno diretto gli episodi (nell’ordine, rispettivamente alle attrici) Roberto Rossellini, Luchino Visconti, Luigi Zampa, Gianni Franciolini.
Illustriamo qui, brevemente, il primo episodio, quello della Bergman.
Di poche attrici si è scritto tanto quando di Ingrid Bergman; sopratutto dopo la sua venuta in Italia, di lei si è detto a proposito ed a sproposito; era particolarmente difficile, perciò, trovare qualcosa di inedito da raccontare agli spettatori. E l’obiettivo si è posato sulla villa di Santa Marinella, abitata dall’attrice con la sua famigliola. Una giornata qualsiasi, senza importanza nel calendario di una madre, di una donna semplice. Di quelle che non si ricordano per un fatto particolarmente doloroso o gioioso.
La Bergman possiede una pianta di fiori alla quale tiene particolarmente: una pianta di magnifiche rose, che costituiscono un po’ la sua passione ed il suo orgoglio. Una mattina, Ingrid si accorge che una gallina dispettosa si diverte a beccare quei teneri e meravigliosi petali. La Bergman cerca di scacciare la gallina ed alla fine riesce a prenderla. Qui interviene la padrona dell’animale, una vicina di casa, e nasce un battibecco.
Così Ingrid Bergman, con il racconto di questo episodio in apparenza banale, vuole affettuosamente unirsi alle donne comuni, confondendosi con esse; scendendo dal piedistallo sul quale l’immaginazione popolare l’ha collocata: è un atto di umiltà con il quale ella si vuole inquadrare nel mondo di oggi, raccontandoci che anch’essa ha i suoi piccoli e grandi problemi che travagliano e arricchiscono la vita quotidiana di una donna qualsiasi.
Siamo donne è un film prodotto dalla Titanus-Costellazione-Guarini e sarà distribuito dalla Titanus.
(Film d’oggi, Roma, 20 maggio 1953 – testo archivio in penombra)