Quattro attrici: Una speranza

Il concorso-lampo bandito dalla Titanus e ideato da Cesare Zavattini relativamente all’ormai celebre film Siamo donne, sembra definitivamente destinato al più caloroso successo, successo naturalmente dovuto all’assoluta originalità del concorso stesso. Esso, come già abbiamo pubblicato nello scorso numero, consiste nella ricerca di una giovane e bella ragazza tra i quindici e i venti anni la quale dovrebbe interpretare, nel « film delle confessioni » — come ormai viene chiamato  nell’ambiente cinematografico Siamo donne — il ruolo di… se stessa. Per spiegare chiaramente la cosa, occorre parlare ancora una volta del film stesso, che si divide in quattro episodi — tutti regolarmente terminati — interpretati rispettivamente da Alida Valli, Ingrid Bergman, Isa Miranda, Anna Magnani; ciascun episodio racconta un episodio realmente accaduto alle quattro attrici riguardante la loro vita privata e mirando a mettere in luce, in ognuna delle quattro dive, la loro umanità. Partendo quindi da questo spunto iniziale, tutto il film si svolge in un autentico clima di sincerità e di verismo, vieppiù accentuato dall’abilità e dall’umanità dei singoli registi che sono Gianni Franciolini, Roberto Rosellini, Luigi Zampa, Luchino Visconti. A questo punto il diabolico Cesare Zavattini, sceneggiatore del film, ha pensato a una prefazione che — per restare fedele al clima di realismo che pervade tutto il film — deve a sua volta essere reale. Ecco quindi l’idea del concorso per la ricerca di una bella e giovane ragazza (e fin qui non c’è nulla di diverso dagli altri concorsi) che verrà completamente cinematografata da un quinto regista, Alfredo Guarini, e che costituirà il nucleo dell’episodio-prefazione: inutile dire che è questa l’originalità del concorso, dal momento che mai prima d’ora un concorso (di qualsiasi genere esso fosse stato), dopo essere stato veramente « vissuto », era stato ripreso nei suoi minimi particolari da una macchina da presa.

Una volta scelta la ragazza, quindi, attraverso le inevitabili selezioni e i necessari esami e provini, il più celebre soggettista-sceneggiatore italiano, inizierà la sceneggiatura di quella scelta, di quei provini e di quegli esami, attendendosi rigorosamente alla più assoluta verità, ma guardandola altresì dai lati patetici, comici, agonistici: in una parola, umani. Protagonista la vincitrice, che per essere uscita dall’anonima schiera delle migliaia di belle ragazze che parteciperanno al concorso, e per essere di conseguenza ignota, avrà un battessimo cinematografico eccezionale, se si considera l’eccezionalità delle sue… colleghe e dei registi del film. Concludendo, un film così celebre — per la celebrità delle interpreti, dei registi, dello sceneggiatore e soggettista — non potrà che rendere celeberrima, nel giro di pochi mesi, la fortunata vincitrice del concorso.

In quanto al film, esso è completamente terminato. Pare anzi che sarà presentato a Venezia, in occasione del prossimo festival cinematografico. Un motivo di più perché il concorso ad esso abbinato assuma una notevole importanza a tutti gli effetti, sia artistici che commerciali. Alla Titanus intanto fervono più che mai i preparativi per la selezione finale, che avverrà il 20 giugno prossimo. Giudici dell’originale e interessante selezione saranno naturalmente attori, attrici, registi a produttori del nostro schermo. La competizione è aperta a tutte le ragazze italiane che siano belle. Già alle varie agenzie della Titanus (nelle diverse città d’Italia) sono cominciate ad arrivare copiose le fotografie delle partecipanti: i giudici dovranno mettersi le mani nei capelli, allora! Le ragazze belle, in Italia, non si possono nemmeno contare.

(Film d’Oggi, Roma, 3 Giugno 1953 – testo archivio in penombra)

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