Interviste ad onde corte: Aldo Fabrizi

È inutile, Fabrizi non si smentisce mai: potete rivolgerli le domande più serie che volete e su cento, novantanove volte vi risponderà con spirito.

Vede, signor direttore, se tutti gli attori fossero come Fabrizi non temerei davvero di venir meno alla sua consegna: « Mi porti pezzi brillanti », basterebbe che le trascrivessi l’intervista nuda e cruda per essere a posto, e non le nego che sarebbe una cuccagna.

Questa volta intanto è una cuccagna che le passo né più né meno le varie domande che ho rivolto all’attore e le sue conseguenti risposte. (Lei non mi darà dello sfruttatore, vero comm. Fabrizi?).

Ed ecco la domanda numero uno:

— Ora che ha lavorato nel Cinema, nel Teatro e nella Rivista, vuol dirmi che preferisce?

— Riposarmi!

— Se non fosse divenuto attore che cosa avrebbe fatto?

— Lo spettatore. Sempre che avessi trovato un amico compiacente disposto a farmi entrare gratis.

— Qual’è la sua compagna preferita?

— La paga.

— La sua maggiore ambizione?

Qui Fabrizi cavilla e mi chiede se voglio proprio sapere qual’è la sua maggiore ambizione e non piuttosto il suo maggior desiderio. Quando opto per il desiderio mi sento rispondere:

— Non essere intervistato.

Evidentemente, prima o poi avrebbe dovuto menarlo il colpo mancino e presentatasene l’occasione lo fa anche in modo elegante.

Accuso il colpo, ma non mollo.

E Fabrizi fa buon viso a cattivo gioco.

— Da piccolo che pensava di fare una volta divenuto grande?

— Trovare un lavoro non troppo pesante. Forse perché sono stato sempre un po’ indolente.

— Qual’è la maggior qualità dell’uomo?

— Non chiacchierare.

— E il più grande difetto?

— Impicciarsi dei fatti altrui.

— Volere è potere anche in arte?

— No: oggi sarebbero tutti artisti se così fosse. Il gran numero di partecipanti ai varii concorsi ce lo dice.

Le ultime domande riguardano la futura attività dell’attore.

Film, film e film. Dovrebbe girare uno persino in Francia, ma Fabrizi non vuole muoversi dall’Italia.

— È meglio che i francesi vengono qui — ha detto e subito aggiunto —. Gli artisti naturalmente!

Abusare oltre della pazienza del comm. Aldo che non ama essere intervistato, sarebbe inopportuno e mi ritiro in buon ordine.

Fabrizi esce da Roma, città chiusa (1) e se ne va per i fatti suoi in… Roma, città aperta.

Virgilio C. Leonardi
(Intermezzo, 1 Luglio 1946 – testo archivio in penombra)

(1) Roma città chiusa, rivista di Amar, con Aldo Fabrizi, Rabagliati, le 3 Nava, Segurini, Billi, Chiaretta Gelli, Trio Holt, Orchestra Fragna, rappresentata al cinema-teatro Adriano dal 13 giugno al 26 giugno 1946).

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