Un convegno mondano-cinematografico, con la partecipazione di molti bei nomi del nostro cinema, è avvenuto nella studio di un noto avvocato. Al party sono intervenuti, fra gli altri, Andrea Checchi, Carla Del Poggio, Ermanno Randi, Claudio Gora in rappresentazione della moglie Marina Berti, Piero Lulli, Fosca Freda, Vittorio Duse, Checco Rissone, i quali apparivano tutti piuttosto esagitati. Bella forza! Nonostante la calura, non c’era d’attendersi un ben guarnito servizio di buffet freddo, né le richieste di martini ghiacciati potevano essere soddisfatte. Eppure, contrariamente alle più diffuse abitudini, nessuno dei tanto attori era mancato al cortese invito, trattandosi non di conversare amabilmente, ma di discutere sul modo di recuperare le varie decine di milioni loro spettanti come compenso che i produttori avevano versato in cambiali, a suo tempo regolarmente protestate e risultate inesigibili, secondo una prassi che si è abbastanza diffusa negli ultimi tempi, anche se raramente ha raggiunto simili vertici.
Le proposte dell’avvocato erano quelle di far entrare in compartecipazione tutti gli interessati sugli utili del film, gli interessati non hanno accettato, e la riunione si è conclusa con una richiesta di fallimento avanzata da Claudio Gora, il quale, in una dotta concione, ha avuto parole non proprio lusinghiere sulla forse eccessiva « ampiezza di vedute » dimostrata dai « produttori ». I quali, ciononostante, possono essere trovati tutte le sere alla Concordia, un ristorante alla moda, dove si sforzano di dimenticare i loro guai in compagnia di vezzose attrici. Questo, s’intende, prima delle 23, giacché dopo quell’ora è assai più facile trovar i simpatici produttori al Jicky Club e simili ritrovi mondani, o vederli scorrazzare per Roma a bordo d’una interminabile automobile fuoriserie. Dal che si capisce come essi abbiano tutte le carte in regola per « produrre » addirittura altri tre film, come vanno annunciando da qualche tempo ai possibili finanziatori.
Comunque, il centro della mondanità cinematografica resta sempre Via Veneto, dove da qualche giorno è riapparso Tino Scotti con moglie e con 1400 fuoriserie dignitosamente riverniciata tutta di nero (prima era gialla e nera). Anche Massimo Girotti vi fa qualche apparizione, attirando su di sé l’attenzione generale. Molto apprezzata una sua uscita in pubblico con la moglie.
I più assidui di Via Veneto sono Saro Urzì e Renato Valente: quest’ultimo non perde occasione per farsi vedere in conversari con belle ragazze. Valente non è un attore molto fortunato: ai produttori piace, tuttavia lo impiegano di preferenza come protagonista di film « provinciali », mentre sarebbe assai più utile per la sua carriera avere magari un ruolo secondario, ma accanto a bravi attori e diretto da un regista come si deve.
Mario Bonnard, sebbene lavori tutto il giorno alla Scalera per il suo film Nel vortice della metropoli, è anche lui fra gli « assidui », e, assieme a Giorgio Bianchi, forma il tavolo della « vecchia guardia ». Notata la rentrée su piazza di Folco Lulli, il quale si è spettinato alla Raf Vallone. Dato che il suo ritorno è coinciso con la partenza di Gino Saltamerenda per gli stabilimenti Pisorno (dove prende parte a Caruso) non ci sono stati squilibri tali da determinare scosse sismiche. Umberto Spadaro era con la moglie, Leonardo De Mitri isolato. De Mitri è alla affannosa ricerca di nuovi tipi per il suo prossimo film. Assiduo frequentatore serale di Via Veneto è anche Nino Crisman; è incomprensibile come egli ce la faccia a restare sulla breccia fino alle ore piccole, giacché il suo lavoro di organizzatore generale di due film contemporaneamente Robinson Crusoè e I sette nani alla riscossa non è certo né comodo né poco faticoso.
Alcune sere fa tuttavia la generale curiosità era concentrata su Fabio Franchini, il nuovo organizzatore generale del fu Camicie rosse, il quale, in pieno traffico serotino, dormiva saporitamente, comodamente allungato su una poltroncina, davanti ad uno dei locali più snob della strada.
Indiscrezioni lampo. Si hanno nuovamente notizie di Brunella Bovo, che è stata scritturata per interpretare il film La vendetta di una pazza. Forse rivedremo sullo schermo la Contessa Bonzi, più conosciuta come Clara Calamai: la nota attrice è stata interpellata da Silvestro Prestifilippo, che la vorrebbe per un importante ruolo nel suo Carne inquieta al fianco di Marina Berti e Raf Vallone. Marina Berti ha fatto una rapida gita a Civitavecchia per alcuni esterni di Transito vietato. Amedeo Nazzari, tornato da Milano dopo aver finito Perdizione, si è chiuso in casa e non vuole vedere nessuno. Le inevitabili comunicazioni con l’esterno, solo in caso di estrema urgenza, avvengono attraverso bigliettini che gli vengono passati sotto la porta della sua stanza.
Alla Palatino stanno per tornare quelli di Fuoco nero (vale a dire Marilyn Buferd, Saro Urzì, Celano eccetera, e il regista Silvio Siano) che sono andati a girare gli esterni all’ippodromo di Campani, mentre Silvestro Prestifilippo vi ha impiantato il suo ufficio di produzione, giacché fra pochi giorni inizierà in quei teatri la lavorazione di Carne inquieta, di cui i nostri lettori sanno già ogni cosa. Alla Palatino, Anton inizierà fra poco un film che avrà a protagonisti la Lollobrigida e due prodigiosi cani, che sembrano destinati ad oscurare la gloria di Lassie.
Mauro Bolognini, già aiuto di Zampa, debutterà come regista in Un milione sino a domani, interpretato da Peppino De Filippo, il cui fratello, Eduardo (uno degli interpreti di Cameriera bella presenza offresi) ha ispirato con la sua poesia il film Un ladro in paradiso, che sarà interpretato da Nino Taranto e Anna Maria Ferrero. Riccardo Freda dirigerà Rossano Brazzi ne Il ritorno di Aquila Nera. Anche Adelchi Bianchi, notissimo come regista di documentari, sta per cimentarsi nei film normali, iniziando una serie che gli auguriamo lunghissima con Bellezze a Capri, della Egeria, con Nando Bruno, Silvana Pampanini, Anna Bianchi e Ninchi. Puccini e Grieco hanno rispolverato invece un loro vecchio progetto: Marcia nuziale. Tamara Lees è stata anche scritturata — assieme a Gianni Rizzo e Giorgio Costantini — da Max Latini per Non ci lasciamo più; e per Filumena Marturano.
Gianni Padoan & Il cronista
(Film d’Oggi, Roma, 4 luglio 1951 – immagine e testo archivio in penombra)