Roma, luglio
Anna Magnani e Lucia Bosè gireranno i loro prossimi film a casa propria in quanto i personaggi da loro interpretati agiranno nel mondo del cinema. Visconti e Antonioni — il maestro ed il suo degno discepolo — si propongono infatti con i due film in questione Bellissima e La signora senza camelie di mostrare al pubblico taluni singolari aspetti, forse i più crudeli ed i meno conosciuti, del cinematografo. E affinché l’ambiente risulti autentico in uno o in entrambi i film vedremo apparire notissime personalità dello schermo da Maria Montez ad Amedeo Nazzari, da Alessandro Blasetti a Silvana Pampanini.
La Magnani vivrà sullo schermo il dramma di una madre, una donna del popolo vivace ed ottimista, che trascina la figlioletta a Cinecittà convinta delle possibilità fotogeniche ed artistiche della sua creatura: la veste bene, le fa arricciare i capelli, la trucca perfino, e s’impegola in una serie di disavventure e di guai pur di riuscire nel suo intento. Ma rimane anzitutto facile preda di un « venditore di fumo », dilapida in pochi giorni i risparmi accumulati a prezzo di grandi sacrifici, litiga con il marito, rompe una bottiglia in testa alla suocera, non si accorge che tutti ridono della sua ingenuità e della goffaggine della sua « bellissima » Maria. Alla fine la povera mamma torna a casa, dal marito che la perdona, giura di non voler mai più avere a che fare col cinema e butterà fuori il regista che le chiede la sua « bellissima » Maria per la parte di una bimba bruttina e goffa. Oltre alla Magnani (la madre) nel film vedremo Walter Chiari nel ruolo dello « spaccone venditore di fumo », Titina De Filippo nei panni di una maestra di recitazione, Linda Sini ed altri. Il marito della Magnani sarà un autentico operaio romano: Gastone Renzelli, ovvero un Maggiorani n. 2.
La storia che interpreterà Lucia Bosè sarà molto dissimile da quella della Magnani: una ragazza qualsiasi, impiegata o commessa, figlia di modesti operai, piccolo-borghesi, la quale verrà notata e prescelta da un regista per interpretare un film. Rapita al suo ambiente normale ed introdotta nel mondo del cinema, essa si trasformerà completamente, comincerà a vivere come una donna fatale, come un « personaggio », e diverrà alla fine una vera attrice. Si tratta in fondo, press’a poco, della vera storia di Lucia Bosè, ex commessa nella pasticceria Galli a Milano, ora « diva » del cinema. Antonioni scrivendo il soggetto aveva pensato appunto alla Bosè e certamente avrebbe rimandato l’inizio del suo film, previsto per la fine di agosto, se le precarie condizioni di salute che hanno afflitto Lucia per un mese fossero continuate. Mentre Bellissima è prodotto da Salvo d’Angelo e da Sandro Pallavicini, La signora senza camelie sarà realizzato dagli stessi produttori di Cronaca di un amore, Villani e Caretta.
E trovandoci a parlare di retroscena del cinema enumeriamo alcuni episodi sconosciuti al grosso pubblico e che caratterizzano le riprese dei film. Pochi immaginano ad esempio che Raf Vallone, prototipo dell’uomo coraggioso e forte, sia un malato timido. Giorni fa si girava una scena molto importante di Anna (il film che narra in sintesi, la storia di una conversa, la quale ritrova moribondo nell’ospedale dove presta servizio l’uomo che un tempo amava) e Vallone avrebbe dovuto sottoporsi ad una trasfusione di sangue. Ma nonostante le preghiere e le assicurazioni del regista Lattuada, egli si rifiutò di farsi infilare nel braccio l’ago di una siringa da venti centimetri cubi. Alla fine Lattuada con indifferenza eseguì l’operazione su se stesso ed il suo esempio valse a vincere la resistenza di Raf. Costui inoltre, poche ore dopo, forse perché stanco, forse a causa della temperatura dell’ambiente, si addormentò sul lettuccio e Lattuada girò davvero la scena senza che Raf se ne accorgesse. In difficoltà a causa del singolare abbigliamento si trova invece Silvana Mangano e ad evitare eventuali incidenti, in alcune scene l’attrice si fa seguire da un elettricista molto piccolo che la segue carponi tenendole sollevate le vesti, soprattutto quando s’inginocchia.
Faticosa è stata per Totò la lavorazione di Totò terzo uomo. Il dinamico Mattoli, difatti, regista del film, appassionato pescatore, ha voluto attribuire a Paolo, il secondo dei tre gemelli che compaiono nel film la sua stessa inclinazione e, pertanto, il principe ha dovuto sottoporsi ad un corso rapido di lezioni di pesca alla lenza. Messo al bando da tutti i partiti, l’infaticabile Totò è colpevole di aver attirato in una stradicciola dove si girava una scena del film buona parte degli abitanti di Minturno. E poiché quel giorno erano stati indetti sulla piazza principale della cittadina alcuni comizi politici gli oratori avevano parlato con la piazza semi-deserta. Ma il pericolo-Totò doveva rivelarsi ben più grande per i politicanti di Minturno. Pochi giorni dopo l’arrivo del popolare attore nella cittadina, una delegazione cappeggiata da alcuni esponenti di un partito di estrema destra, chiesta udienza al « principe », cercava a tutti i costi di convincerlo ad accettare la candidatura alla carica di Sindaco. Da notare che Totò conta a Minturno una cugina ed alcuni lontani parenti e che naturalmente il popolo, abilmente manovrato da quel partito si sarebbe convinto dell’influenza di un personaggio così celebre per la sistemazione di vecchi spinosi problemi della zona. Totò, preoccupato soprattutto di dover sostenere il peso di una campagna elettorale, respingeva cortesemente l’offerta.
Augusto Borselli
(Bis, Milano, 7 luglio 1951 – testo archivio in penombra)