Napoli Luglio 1947
Dopo tanto parlare che s’è fatto di Città Cinematografica, di iniziativa napoletana e di Napoli che vuol fare del cinema, sono arrivati i milanesi.
Gigi Martello, il produttore della Corti Metraggi Milano, è arrivato con un’aria svagata da turista, insieme a Dino Risi (medico, redattore di Milano Sera e regista) in “topolino”. Si sono incontrati dalla Bersagliera con uno scrittore napoletano, Roberto Minervini: e tra un piatto di spaghetti alle vongole e una frittura di calamaretti e triglie à nata l’idea di un cine-reportage sulle strade di Napoli.
Il giorno dopo, telegraficamente convocati, sono arrivati sul posto due operatori, i fratelli Garroni, e la troupe milanese si è mossa alla scoperta di Napoli. Hanno messo a soqquadro le strade, da Toledo a Forcella, da Salvator Rosa alla Duchesca, da Santa Lucia a Posillipo. Che cosa voglia essere questo “cine-reportage” lo ha spiegato ieri Gigi Martello al Capo dei Servizi della Cinematografia dr. Calvino, che, trovandosi a Napoli in breve vacanza, ha assistito ad alcune riprese di certe stradicciuole del rione Mater Dei. Sarà un racconto filato sulle strade di Napoli, senza il solito “commento” d’obbligo dei documentari, avrà i suoi spunti narrativi e i suoi personaggi scelti tra i passanti.
Ma la puntata dei milanesi su Napoli non si fermerà ai cine-reportage in corso di produzione: Martello è in movimento per una grossa cosa di cui per ora si sa solo questo: che un gruppo di scrittori napoletani sta lavorando per la sceneggiatura di un soggetto.
In tema di soggetti e di sceneggiature c’è un’altra notizia: Duilio Coletti è venuto con Fellini e Pinelli per un lavoro di ricerche per un prossimo film della Lux. Il film sarebbe ambientato intorno al famoso Teatro San Carlino, e nel quadro di una complessa vicenda della Napoli d’oggi. Fellini e Pinelli hanno piantato le tende a Foria per una decina di giorni raccogliendo una serie di interessanti interviste con certi importanti “personaggi” locali. Fellini era già stato sul posto mentre si girava Paisà, ed anche stavolta c’è mancato poco che non finisse in guardina (allora fu compreso in una retata della Polizia insieme a Rossellini) perché uno dei suoi intervistati, tale Michelino ‘o pianiste, è stato arrestato per un “bidone” fatto a danno di due candidi marinai della portaerei Leythe.
La pattuglia milanese di avanscoperta s’è scontrata sul terreno della ripresa cinematografica con la troupe romana della Edi-Romana Film, che nei giorni scorsi girava gli esterni di Sperduti nel buio. Camillo Mastrocinque aveva aveva dato appuntamento a De Sica, a Fiorella Betti e agli altri per le 10 ai Giardini di Santa Barbara, senonché una notevole folla s’era raccolta sulla pittoresca gradinata che i napoletani chiamano “i gradini dei venditori di ciambelle”: i milanesi stavano reclutando dei “personaggi” per certi primi piani del loro film. « Metteremo per le strade di Napoli degli orari di lavorazione come per i teatri », commentò De Sica mentre si aspettava che i milanesi e la folla sgomberassero la scena.
E certo che occorreranno orari e prenotazioni per le strade e le piazze di Napoli quando, tra pochi giorni, saranno girati gli esterni di Assunta Spina, Natale al Campo P.o.W e di atri film in lavorazione. Napoli batte i record degli esterni, non soltanto per le località caratteristiche che figurano nei film, ma anche per gli scenari “generici” che il paesaggio offre. Non è stata costruita su una spiaggia napoletana la scena del porto di Buenos Aires per il film sulla Duse?
È questo, poi l’argomento chiave dei più calorosi sostenitori di Napoli città cinematografica, e si è suggerito da più d’uno che basterebbe impiantare uno stabilimento di sviluppo e stampa per dare un colpo decisivo. A quanto si dice insistentemente sarebbero proprio i milanesi a pensare seriamente all’idea di uno stabilimento di sviluppo e stampa.
Intanto il progetto della Città Cinematografica che dovrebbe sorgere alla Mostra d’Oltremare si copre di polvere in un archivio. Antonio Scarfoglio aveva annunziato di aver di aver concluso un accordo con la Palatino Film per il trasferimento a Napoli degli impianti di quattro teatri di posa, ma pesano tali e tante difficoltà sulla risoluzione dei molti problemi connessi alla futura sistemazione della Mostra che per ora la Palatino rimane dov’è.
A questo punto entra in scena una signora. Qui la chiamano scherzosamente: la “fondatrice”. Da tre anni Carmen Abbruzzese si batte coraggiosamente ed instancabilmente per la costruzione di uno stabilimento cinematografico. Dirige una scuola di recitazione, organizza degli spettacoli, ha fatto del cinematografo ai tempi di Pittaluga, riuscì a convincere il Brigadiere Cripps — quando questi comandava la piazza militare di Napoli — ad accettare la presidenza di un’organizzazione cinematografica che fu battezzata CE.FILM.NAP. (Centro Filmistico Napoletano), e pochi giorni fa ha convocato i notabili per assistere né più né meno che alla posa della prima pietra della “piccola città del Cinema”.
E la prima pietra è stata posta; e pietra su pietra sorgono i muri su di un terreno a pochi metri della spiaggia di Bagnoli. Questa donna, che ha il fervore delle zelatrici dei circoli religiosi, ha progettato due teatri di posa, un impianto di sviluppo e stampa, un impianto per il sonoro. In un ambiente di estreme diffidenze, in cui la gente che ha danaro lo tiene depositato in banca e non vuole saperne di investirlo, questa donna è riuscita a trovare sovvenzioni e soci.
In questi giorni aspetta fiduciosa la visita dell’ex Brigadiere Cripps che, congedatosi dall’esercito, è associated producer di una casa cinematografica londinese. Ma i napoletani con credono alla storia del londinese e vanno sussurrando che alle spalle della “fondatrice” ci sono “questi diavoli di milanesi”.
Ettore G. Mattia
(Film rivista, 30 luglio 1947 immagine e testo archivio in penombra)