Il giorno 5 gennaio ebbe luogo a Torino l’assemblea ordinaria e straordinaria degli azionisti della Società Anonima Stefano Pittaluga. Assemblea della massima importanza, che doveva sboccare in provvedimenti tali da determinare mutamenti radicali, essa ha avuto un andamento assai vivace.
Erano presenti 62 azionisti, i quali rappresentavano, per conto proprio e per delega, 794.047 azioni; Presidente era il gr. uff. Salza, il quale, nel dare lettura della relazione del Consiglio di amministrazione, del bilancio al 30 giugno 1934 e della situazione dei conti al 30 novembre, non mancò di far rilevare quanto l’amministrazione si fosse adoperata per far migliorare i vari rami della vasta e complessa azienda. Quindi aggiunse che l’intero Consiglio e i due Capi della S.A.S.P., ossia il dott. Paolo Giordani ed il conte Giannuzzi-Savelli, mettevano a disposizione i propri posti, allo scopo di lasciare ai nuovi amministratori maggior libertà, in vista della nuova sistemazione che avrebbe assunta la Società.
Allorché si passò alla discussione della parte straordinaria dell’ordine del giorno, sorsero divergenze di vedute, che però finirono per essere appianate, mentre tutti gli argomenti dell’ordine del giorno, venivano approvati per acclamazione. In seguito, si procedeva alla nomina del nuovo Consiglio, nei componenti stessi del Consiglio d’amministrazione dell’Ist. Naz. « Luce », e risultavano così eletti : sen. Giuseppe Bevione, sen. prof. Giuseppe Broglia, comm. dott. Giovanni Borga, on. Giovanni Marinelli, on. Valentino Orsolini-Cencelli, dott. Cinelli, conte on. Piacentini, barone Paulucci de’ Calboli, on. conte Giacomo Suardo, comm. dott. Enrico Lombardi, ing. Leopoldo Parodi Delfino, dott. Leonardo Pogliani; a sindaci supplenti furono nominati il comm. Giuseppe Nicoletti ed il comm. Aldo Bargellini.
L’assemblea di Torino preludeva ad una trasformazione più profonda, che aveva poi la sua sanzione nel Consiglio dei Ministri del 16 gennaio, nel quale veniva approvato uno schema di provvedimenti, con cui è stata data l’autorizzazione all’Istituto Nazionale L.U.C.E. ad assumere e rilevare partecipazioni azionarie in aziende aventi per scopo l’esercizio cinematografico. Con tale provvedimento, l’Istituto acquista la possibilità di operare nel campo economico e commerciale della cinematografia, considerato nelle sue tre branche: produzione film-noleggio-esercizio delle sale di proiezione, e ciò allo scopo principale di portare la produzione cinematografica ad un livello artistico e tecnico sempre più elevato, rendendola uno dei migliori mezzi per l’educazione culturale, morale ed estetica del popolo, nonché un potente strumento di propaganda ai fini dello Stato, e nello stesso tempo, trarre da essa il massimo rendimento dal punto di vista dell’economia, sì da costituire una sempre maggior fonte di ricchezza nazionale.
È questo un provvedimento di profonda portata, destinato ad avere una vasta ripercussione, in quanto, più ancora dei suoi effetti immediati nei confronti della Soc. An. S. Pittaluga, va considerato nel suo spirito informatore e nelle sue attribuzioni, Per esso vengono affidate ad un Istituto parastatale dell’importanza della L.U.C.E., ed avente tutti i requisiti per assolvere l’alto mandato, le funzioni di disciplina e di controllo di tutto il movimento cinematografico, che sarà informato ad uno spirito essenzialmente corporativo. Inoltre a tale Istituto è fornita la possibilità di favorire l’incremento della produzione nazionale, che nello stesso tempo viene emancipata dagli ostacoli e dai legami d’indole affaristica che potevano impedire o limitare il collocamento ed il noleggio; di conseguenza l’attuale provvedimento ministeriale mira a dare una più ampia possibilità d’espansione alla produzione nazionale, cominciando con lo spezzare i circuiti entro i quali essa è stata in gran parte costretta finora.
Certo non bisogna attribuire al detto provvedimento poteri taumaturgici, tali da trasformare la situazione capovolgendola di punto in bianco, e precisamente ai fini di quanti attendono i benefici dall’opera del Governo, anziché adoperarsi per conseguirli mercé un’azione propria; ma dobbiamo vedere in esso una nuova prova della partecipazione viva e reale che lo Stato compie nell’interesse della cinematografia italiana.
Mentre attendiamo con fiducia di vedere le benefiche conseguenze attraverso i successivi sviluppi dell’iniziata trasformazione, non dobbiamo dimenticare, nei confronti della Soc. An. Pittaluga, che, per quanto le sue vicende siano state sovente l’espressione di una involuzione, per cui da un inizio di floridezza è andata verso la decadenza, essa ha avuto talvolta funzioni della massima importanza nazionale. Infatti si deve allo sforzo generoso e tenace del compianto fondatore, l’animoso Stefano Pittaluga, se l’esercizio locali è rimasto autonomo, scongiurando il pericolo di cadere, come in un certo periodo potè incomberne la minaccia, sotto il controllo di organizzazioni straniere. Come pure è merito della Soc. An. Pittaluga l’introduzione in Italia del film sonoro e il susseguente incremento dato ad esso, nonché l’iniziativa di una ripresa lavorativa italiana, d’una certa importanza, e la stipulazione di accordi internazionali e nazionali, che hanno poi permesso l’attuazione di combinazioni proficue.
Questo riteniamo opportuno rammentare per dovere di obiettività, mentre siamo certi che i nuovi provvedimenti governativi, con i quali si è chiuso il ciclo dell’attività di quella che fu la massima azienda cinematografica italiana, saranno apportatori dei più fulgidi successi per la cinematografia italiana.
Torino, Gennaio 1935