
Mario Bonnard, la cosa è nota, è senza dubbio il più taciturno dei registi italiani, e in special modo è sempre abbottonatissimo circa il suo lavoro.
Una volta tanto però appena gli abbiamo reso noto lo scopo della nostra visita che era quello di avere notizie il più possibile esatte sul prossimo film di produzione E.l.A.- Amato, « Il Conte di Bréchard », non si è lasciato troppo pregare, rivelando la passione e l’entusiasmo che lo animano nella preparazione di questo film destinato ad essere uno dei più interessanti prodotti della cinematografia italiana.
« Sono particolarmente felice di essere stato scelto a dirigere questo film che impone una vasta e vigile e accurata preparazione ed il massimo impegno. Sono al lavoro già da qualche mese e credo di essere a buon punto. La sceneggiatura è ormai completa e posso assicurare che è riuscita, cinematograficamente parlando, quasi perfetta.
Poichè mi si è chiesto da varie parti se « Il Conte di Bréchard » sarà un film sulla rivoluzione francese e della rivoluzione francese, tengo subito a dire che esso farà profondamente sentire la rivoluzione francese senza farla vedere se non nei suoi riflessi sullo spirito dei protagonisti di un dramma intenso, umano, avvincente. Non quindi la rivoluzione nei suoi episodi, nei suoi particolari e cioè nei suoi fasti e nei suoi nefasti, ma quello che da una rivoluzione può derivare di bene all’umanità.
Un’altra cosa mi preme assicurare: si è in quest’ultimo tempo giustamente criticato il vezzo di far del teatro filmato, portando cioè sullo schermo opere di teatro senza adattarle perfettamente alle possibilità cinematografiche. Questo non avverrà per « II Conte di Bréchard ».
Abbiamo preso lo spunto e la trama da un dramma teatrale; è vero, ma ne abbiamo fatto un dramma assolutamente e squisitamente cinematografico ».
« E degli artisti? ».
«La ricerca di attori che aderiscano perfettamente allo spirito dei protagonisti del dramma, ci fa andare assai cauti nell’assunzione di essi. Ciò, a parte il protagonista che sarà, come è stato annunciato, Amedeo Nazzari, giovane, valoroso, efficace interprete di altri ottimi film, e così pieno di entusiasmo che risponderà in pieno alle esigenze del lavoro ed alla nostra fiducia. Circa l’interprete principale femminile, la ricerca si presenta piuttosto difficile, ed io non sarei affatto alieno dall’affidare la parte a qualche nuovo elemento fornito dei necessari requisiti… Nulla quindi di sicuro per ora, come nulla di definitivo circa i nomi di grandi artisti italiani che sono stati fatti a proposito di questo film.
È già stato annunciato che la scenografia sarà curata dall’architetto Virgilio Marchi, che ha eseguito anche i bozzetti dei costumi. Questi saranno tutti confezionati appositamente, evitandosi così ogni raffazzonamento più o meno deleterio all’estetica del film.
Gli esterni saranno girati in Piemonte e in Val d’Aosta approfittando dei meravigliosi castelli dominanti le pittoresche vallate e delle superbe riserve di caccia. Il film infatti, inizia con una grandiosa battuta al cinghiale… ».
Tirrenia, 14 settembre 1937
È veramente interessante e dirò istruttivo, vedere come, con assoluta dinamicità, si allestiscono ed organizzano le scene di un film, specialmente quando si tratti di un film che, come il « Conte di Bréchard », comporta per la sua grandiosità, una organizzazione meticolosa, minuziosa e veramente complessa.
Siamo ormai all’inizio della lavorazione: nelle ultime ventiquattr’ore si sono dati gli ultimi tocchi, si sono susseguiti a centinaia gli ordini, che con disciplina quasi militare sono stati eseguiti scrupolosamente. E si parte per girare i primi esterni. Bonnard è appena rientrato dal suo viaggio di ricerche che già si appresta a ripartire per la realizzazione. AI suo fianco il fido Castellazzi: lavora incessantemente occupandosi della produzione e dell’amministrazione, dei costumi e del piano organizzativo, oltre che attendere al compito di aiuto-regista. Del resto, l’affiatamento più completo è già raggiunto fra produttore, regista ed interpreti: basta che Peppino Amato voglia una cosa e già tutto è all’ordine. Bonnard sempre olimpico e sereno e soprattutto sicuro del fatto suo; Mariani che compie il suo duro lavoro a tavolino, Marchi che si occupa delle costruzioni e delle scenografie, Rappini che ha l’incarico dell’arredamento, Sirletti che assiste alla regìa e con Conti si occupa dei costumi, Vich e Magni che si dividono le difficili incombenze della fotografia e del suono, sono tutti al loro posto con un entusiasmo e con una reciproca cordialità cementata dall’incessante lavoro in comune.
Poi la schiera degli attori. In queste prime scene è apparso il protagonista; Amedeo Nazzari che ci è sembrato veramente a posto nel ruolo del Conte di Bréchard, e Migliari perfetto nella raffigurazione del notaio Grange.
Tempo permettendo si girano le prime scene: il ritorno dalla caccia nel paese di Achren. Bellissime invero queste inquadrature e accurati e indovinatissimi i movimenti delle masse.
Finiti gli esterni che comporteranno una diecina di giornate lavorative, durante le quali gireranno anche Luisa Ferida, Céseri, Niemen, Calò, la Donati, Zerbinati e molti altri attori, si inizieranno le riprese degli interni.
II complesso artistico, la potenza del dramma forzaniano, !a grandiosità dell’ambiente e l’interesse dell’epoca nella quale l’azione si svolge, fanno prevedere fin d’ora il successo che certamente arriderà a questa nuova produzione che Peppino Amato realizzerà con ogni cura ed abilità e che Mario Bonnard metterà in scena con la sua provata chiarezza e sensibilità.